Chi è appassionato di astronomia, fisica o anche solo fantascienza conoscerà sicuramente Carl Sagan. Stiamo parlando, infatti, di un astronomo ma anche divulgatore scientifico e autore di numerosi libri.
Sua è l'ideazione della placca in oro sulla sonda Pioneer 10 usata come biglietto da visita dell'umanità lanciato nello spazio.
La sua opera più popolare e famosa è sicuramente il libro "Contact", da cui è stato tratto anche un bellissimo film con Jodie Foster per la regia di Robert Zemeckis. Il libro, come il film, esplora in forma di romanzo cosa accadrebbe se fossimo contattati da esseri extraterrestri molto più evoluti di noi anche tecnologicamente. Quali le domande che improvvisamente sorgerebbero, quali i cambiamenti nel mondo. Il libro è molto ottimista su questo punto, affermando che, pensando a qualcuno di così grande e più saggio di noi al di fuori del nostro pianeta, le guerre si fermerebbero, perché perderebbero importanza: proiettati improvvisamente in un'ottica infinitamente vasta come l'universo, quali motivi terrestri, quali microscopiche differenze tra di noi potrebbero portarci a combatterci a vicenda?
La filosofia di Sagan, tradotta in maniera così avvincente nel suo romanzo, è elegantemente espressa in questo suo messaggio che comunica le sue emozioni umane e i suoi pensieri da scienziato di fronte a questa fotografia del pianeta Terra:
“Quella è la Terra fotografata da 6 miliardi di km di
distanza, dalla sonda Voyager 1. Il nostro pianeta è quel minuscolo puntino a
circa metà della fascia marrone a destra.
Da questo distante e vantaggioso punto di vista, la Terra
può non sembrare di particolare interesse. Ma per noi, è diverso. Guardate
ancora quel puntino. È qui. È casa. È noi. Su di esso, tutti quelli che amate,
tutti quelli di cui avete mai sentito parlare, ogni essere umano che sia mai
esistito, hanno vissuto la propria vita. L'insieme delle nostre gioie e dolori,
migliaia di religioni e ideologie, così sicure di sé, ogni cacciatore e
raccoglitore, ogni eroe e codardo, ogni creatore e distruttore di civiltà, ogni
re e suddito, ogni giovane coppia innamorata, ogni madre e padre, figlio
speranzoso, inventore ed esploratore, ogni predicatore di moralità, ogni
politico corrotto, ogni "superstar", ogni "comandante
supremo", ogni santo e peccatore nella storia della nostra specie è
vissuto lì su un minuscolo granello di polvere sospeso dentro ad un raggio di
sole. La Terra è un piccolissimo palco in una vasta arena cosmica.
Pensate ai fiumi di sangue versati da tutti quei generali e
imperatori affinché, nella gloria e nel trionfo, potessero diventare i signori
momentanei di una frazione di un puntino. Pensate alle crudeltà senza fine
impartite dagli abitanti di un angolo di questo pixel agli abitanti scarsamente
distinguibili di qualche altro angolo, quanto smaniosi di uccidersi a vicenda,
quanto ferventi i loro odi. Le nostre ostentazioni, la nostra immaginaria
autostima, l'illusione che abbiamo una qualche posizione privilegiata
nell'Universo, sono messe in discussione da questo punto di luce pallida. Il
nostro pianeta è un granellino solitario nel grande, avvolgente buio cosmico.
Nella nostra oscurità, in tutta questa vastità, non c'è nessuna indicazione che
possa giungere aiuto da qualche altra parte per salvarci da noi stessi.
La Terra è l'unico mondo conosciuto che possa ospitare la
vita. Non c'è nessun altro posto, per lo meno nel futuro prossimo, dove la
nostra specie possa migrare. Visitare, sì. Abitare, non ancora.
Che vi
piaccia o meno, per il momento la Terra è dove ci giochiamo le nostre carte. È
stato detto che l'astronomia è un'esperienza di umiltà e che forma il
carattere. Non c'è forse migliore dimostrazione della follia delle vanità umane
che questa distante immagine del nostro minuscolo mondo. Per me, sottolinea la
nostra responsabilità di occuparci più gentilmente l'uno dell'altro, e di
preservare e proteggere il pallido punto blu, l'unica casa che abbiamo mai
conosciuto."Ed è così che ho voluto concludere questi due mesi dedicati all'alimentazione vegetariana.
Questo è un argomento estremamente affascinante, fa parte del DNA di ogni essere vivente di questo pianeta. Per chiudere, quindi, ho voluto scegliere qualcosa di una certa portata come le meravigliose e ancora attuali parole di Carl Sagan, che secondo me racchiudono perfettamente il pensiero di rispetto e consapevolezza che fa da sfondo alla scelta vegetariana.
E siccome il nostro viaggio su questo argomento non finisce qui, in futuro ci sarà occasione per pubblicare nuove ricerche scientifiche, nuovi studi e nuovi punti di vista. Qui potete trovare l'indice delle pagine di questi due mesi. Da domani, molti nuovi post su psicologia, ecologia e nutrizione.
Nel frattempo, ringrazio tutti quelli che, d'accordo con me o dissentendo costruttivamente, hanno contribuito a questi due densi mesi. A loro e a noi tutti, buon viaggio sulla nostra bellissima ecosfera.
Grazie, perchè attraverso questo post mi hai ricordato quello che di più mi piace al mondo e il film che forse mi è rimasto più impresso nel cuore..non ho parle perchè leggendo quello che ha detto Sagan, e che avevo già letto, non posso far altro che emozionarmi ..'' È stato detto che l'astronomia è un'esperienza di umiltà ''..è verissimo..basta guardare quella fotografia , quel puntino blu sperduto fra le stelleche ci informa su quanto siamo piccoli di fronte a quel mare di luce, di armonia cosmica...se ognuno di noi riuscisse a comprendere ''quell'esperienza'' sarebbe più forte nelle sue scelte, si sentirebbe all'improvviso più unito capirebbe il dono prezioso di essere lì sospesi e di avere la possibilità di amare, di costruire la propia felicità...e tutto questo illuminato da quelle città sparse fra le stelle....
RispondiEliminaGrazie! L'invito a guardare il nostro pianeta e noi stessi che ne facciamo parte da un'alto punto di vista, meno antropocentrico e più realista è uno dei messaggi più belli che abbia mai ricevuto e secondo me la chiave per risolvere tante problematiche di questo piccolo puntino blu disperso nell'universo
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