Devo confessarlo, ci sono cascato anche io. Voglio dire, a
colpo d’occhio è proprio una bella invenzione questa “pyramid” della Lipton: gradevole
da vedere, attira per la sua eleganza e poi è innegabile che osservare le
foglioline di tè che giocano dentro offre uno spettacolo particolare.
Ma, come per quasi tutte le cose lussuose, la piccola piramide
ha il suo lato negativo (parte il prezzo maggiore). Perché la sua apparenza di
seta è data dal fatto che è di poliestere, non di cotone per uso alimentare
come le altre bustine classiche. Il poliestere è plastica e quindi non si può
riciclare nell’umido, andando a sommarsi ai rifiuti non riciclabili.
Qual è quindi il modo più sostenibile di bere il tè?
Sfuso, senza neanche il sacchetto filtro. Perché anche
questo costituisce un rifiuto, anche se biodegradabile, e spesso è accompagnato
da un’inutile confezione di carta che l’avvolge. Nei supermercati si possono
trovare barattoli o scatole contenenti il prodotto sfuso. E, se siete amanti
degli infusi ai mille sapori, ecco la soluzione: andiamo il erboristeria e
acquistiamo lì i vari ingredienti che poi mischieremo a casa secondo i nostri gusti
e faremo l’infuso utilizzando i pratici filtri in metallo.
Avremo un sapore sicuramente più genuino (senza aromi
artificiali o ingredienti che spesso non hanno alcun collegamento con il sapore
strillato sulla confezione) e non produrremo rifiuti. Ottimo, no?
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