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1.10.12

La piramide di Lipton: quando il tè non fa bene.



Devo confessarlo, ci sono cascato anche io. Voglio dire, a colpo d’occhio è proprio una bella invenzione questa “pyramid” della Lipton: gradevole da vedere, attira per la sua eleganza e poi è innegabile che osservare le foglioline di tè che giocano dentro offre uno spettacolo particolare.

Ma, come per quasi tutte le cose lussuose, la piccola piramide ha il suo lato negativo (parte il prezzo maggiore). Perché la sua apparenza di seta è data dal fatto che è di poliestere, non di cotone per uso alimentare come le altre bustine classiche. Il poliestere è plastica e quindi non si può riciclare nell’umido, andando a sommarsi ai rifiuti non riciclabili.

Qual è quindi il modo più sostenibile di bere il tè?
Sfuso, senza neanche il sacchetto filtro. Perché anche questo costituisce un rifiuto, anche se biodegradabile, e spesso è accompagnato da un’inutile confezione di carta che l’avvolge. Nei supermercati si possono trovare barattoli o scatole contenenti il prodotto sfuso. E, se siete amanti degli infusi ai mille sapori, ecco la soluzione: andiamo il erboristeria e acquistiamo lì i vari ingredienti che poi mischieremo a casa secondo i nostri gusti e faremo l’infuso utilizzando i pratici filtri in metallo.

Avremo un sapore sicuramente più genuino (senza aromi artificiali o ingredienti che spesso non hanno alcun collegamento con il sapore strillato sulla confezione) e non produrremo rifiuti. Ottimo, no?
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