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6.8.12

Dieta Vegetariana e benessere psicologico





I benefici fisici di una dieta basata su cibi vegetali sono ben documentati. Poche ricerche, invece, hanno esplorato l’influenza della dieta vegetariana sulla nostra psiche. Tuttavia, recentemente sono stati effettuati tre studi al riguardo, segno che l’interesse verso il vegetarianismo è sempre crescente.

Una ricerca del 2010[1] pubblicata sul Nutritional Journal ha investigato sull’effetto di un ridotto introito di acidi grassi Omega-3 sull’umore (in questo post un approfondimento sugli acidi grassi).
Rispetto ai partecipanti onnivori, i vegetariani mostravano minori livelli di acidi grassi a catena molto lunga, che hanno un’influenza protettiva contro depressione e comportamento suicida[2]. Tuttavia questo non sembra influenzare negativamente l’umore, al contrario: i vegetariani hanno riportato emozioni significativamente meno negative degli onnivori, presentando uno stato dell’umore più positivo. Secondo gli autori, l’eventuale ridotta assunzione di acidi grassi Omega-3 potrebbe essere compansato dagli alti livelli di grassi polinsaturi totali e di acido arachidonico presenti nelle diete vegetariane. In realtà uno studio dello stesso anno condotto su circa 15.000 soggetti ha evidenziato che, a fronte di una minore introduzione di omega-3 attraverso alimentazione vegetariana, i livelli di acidi grassi sono pressoché uguali al di là del tipo di dieta[7].


La relazione tra dieta e umore è stata approfondita da un’altra ricerca di quest’anno[3]. Gli studiosi, questa volta, hanno osservato i cambiamenti che avvengono nel passaggio da una dieta onnivora ad una vegetariana. I vegetariani hanno riportato un tono dell’umore significativamente migliore degli onnivori. Inoltre, coloro che, partendo da una dieta onnivora, hanno adottato un’alimentazione vegetariana, riportano miglioramenti del tono dell’umore nelle due settimane successive. Questi cambiamenti positivi non sono stati osservati nel gruppo che ha limitato i prodotti animali al solo pesce. Questi risultati suggeriscono che una dieta che includa prodotti animali diretti potrebbe influenzare negativamente lo stato mentale.
La relazione tra stress percepito, soddisfazione di vita e abitudini alimentati è stata analizzata in una ricerca del 2011[4]. Lo stress è una forma di adattamento a sollecitazioni esterne: siamo abituati, tutti i giorni, a reagire tempestivamente a situazioni improvvise che turbano l’equilibrio, come schivare un motorino in strada o discutere sul resto sbagliato al bar. Il corpo reagisce all’evento (allarme) e poi tutto ritorna nella norma (resistenza). Quando le sollecitazioni sono continuative e sono percepite come spiacevoli, l’organismo continua ad andare in stato di allarme ma, non potendo continuare per troppo tempo, richiede una fase di resistenza che però deve coesistere con il continuo allarme. Tutto ciò non avviene senza conseguenze negative fisiche e malessere psicologico[5]. Questi fattori hanno una ricaduta negativa sulla soddisfazione che proviamo verso la nostra vita: più aumenta lo stress che percepiamo, meno soddisfatti siamo della vita che conduciamo. Diverse sono le aree in cui possono crearsi condizioni stressanti, a partire dall’individuo (con le sue peculiari caratteristiche, come il temperamento), la società in cui vive e l’ambiente lavorativo[6]. Possiamo influire su stress e soddisfazione anche col nostro stile di vita, e, in particolare, con l’alimentazione, che fa parte dei fattori che influenzano la qualità della vita. Nello studio in questione, i vegetariani riportano maggiore soddisfazione per la loro vita e minore livello di stress percepito rispetto agli onnivori.
Per concludere: le evidenze scientifiche suggeriscono che l’adozione di una dieta vegetariana abbia numerosi benefici sul benessere psicologico, a cominciare dalla fase di cambiamento di dieta: i vegetariani, infatti, riportano maggiore soddisfazione per la propria vita, minori livelli di stress percepito, stato dell’umore ed emozioni più positivi rispetto agli onnivori.
I fattori specifici che determinano questi risultati positivi non sono ancora noti. Probabilmente si tratta sia di fattori nutritivi presenti in grande quantità nelle diete vegetariane, sia di fattori intrinseci all’adozione e al mantenimento di una dieta vegetariana: l’attenzione ad uno stile di vita sano e ad un’alimentazione che ha conseguenze positive sulla propria salute, sul benessere degli animali e sul pianeta in generale. 

(prima immagine: Magritte "La Prete Marie")








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[1] Beezhold, B. L., Johnston, C. S., Daigle, D. R., (2010). Vegetarian diets are associated with healthy mood states: a cross-sectional study in Seventh Day Adventist adults. Nutritional Journal, 9:26.
[2] Song, C., Zhao, S., (2007). Omega-3 fatty acid eicosapentaenoic acid. A new treatment for psychiatric and neurodegenerative diseases: a review of clinical investigations. Expert Opinion on Investigational Drugs, 16 (10): 1627–38.
[3] Beezhold, B. L., Johnston, C. S., (2012). Restriction of meat, fish, and poultry in omnivores improves mood: A pilot randomized controlled trial. Nutritional Journal, 11:9.
[4] Jain, J., Jinger, A., (2011). Stress And Life Satisfaction Impact of Food Habits. International Referred Research Journal, 3-27.
[5] Selye H., (1956) The Stress of life. McGraw-Hill (Paperback), New York.
[6] Pestonjee, D.M., (1987) "A Study of role stress in relation to type A and anger" working paper No. 670, Ahemdabad : IIM 2.
[7] Welch, A.A., Shakya-Shrestha, S., Lentjes, M.A.H., Wareham, N.J., Khaw, K.T., (2010). Dietary intake and status of n-3 polyunsaturated fatty acids in a population of fish-eating and non-fish-eating meat-eaters, vegetarians, and vegans and the precursor-product ratio of alpha-linolenic acid to long-chain n-3 polyunsaturated fatty acids: results from the EPIC-Norfolk cohort. American Journal of Clinical Nutrition, 92-5, pp. 1040-1051.
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