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7.1.14

Sonno: deframmentazione e pulizia del cervello


Apriamo l'anno 2014 con delle interessanti ricerche che riguardano il sonno. Dedicheremo la nostra attenzione nel mese di gennaio a questo argomento.


L’importanza di qualità e quantità del sonno sono note a tutti con l'esperienza e il buonsenso. Sebbene ogni individuo sia diverso, le caratteristiche per una buona notte di sonno sono generalmente:
  • una durata di circa 8 ore
  • un ambiente tranquillo, con luce assente o molto bassa, senza rumori molesti
  • un risveglio piacevole, magari graduale grazie alla luce diurna.

I meccanismi alla base del sonno non sono ancora del tutto conosciuti. Ci è ancora poco chiaro come mai alcune persone vivono perfettamente con un limitatissimo numero di ore di sonno.
E prima ancora di questo, non è ancora accertato il, o meglio i motivi che hanno spinto madre natura a dotare gli esseri viventi di questo spesso piacevole compito. E necessario.


Secondo alcuni ricercatori americani[1], il sonno potrebbe avere il compito di lavaggio… del cervello. Ci spieghiamo meglio: un po’ come la deframmentazione e la pulizia degli hard-disk, durante il sonno le cellule del nostro cervello riducono le loro dimensioni, mentre lo spazio tra di loro aumenta; questo permetterebbe al fluido cerebrospinale di invadere gli spazi e ripulire il cervello di tutto il materiale potenzialmente neurotossico accumulato durante il giorno. Il fatto che il sonno sia, appunto, ristoratore per il cervello potrebbe essere una conseguenza di questo meccanismo, se non l’effetto voluto. Una ricerca che potrebbe aiutarci a trovare una cura per malattie come Parkinson e Alzheimer, in cui è stato osservato proprio un alto numero di sostanze potenzialmente dannose nel cervello.

Noi esseri umani, come molti animali, siamo attivi durante le ore di luce: anche questo potrebbe lasciar pensare che dormiamo per recuperare le energie, per attrarre meno predatori quando i nostri sensi sono meno efficaci. Qualcuno potrebbe obiettare che, proprio per quest'ultimo motivo, dovremmo rimanere svegli e vigili ben più che durante il giorno. Per chi "crede" nell'evoluzionismo, la risposta sarebbe proprio nei suoi meccanismi: è più vantaggioso fingersi morti e non far rumore, piuttosto che aggirarsi nell'ambiente, fare rumore ed essere inconsapevole preda di animali con la vista più acuta della nostra.


Altri animali sono notturni, o crepuscolari. I loro sensi sono quindi adatti (o adattati, nel corso dell'evoluzione) alla scarsa o nulla disponibilità di luce solare. Molti predatori sono notturni proprio per sfruttare la vista o altri sensi meno sviluppati delle loro prede.
Un mondo in continuo movimento 24 ore su 24, in cui falchi e civette si spartiscono gli stessi sentieri di caccia ma senza concorrenza, in quanto in scena in momenti diversi.

Sul numero 24 ci salutiamo fino alla prossima settimana, quando parleremo del nostro orologio biologico.


[1] Xie, L., Ka, H., Xu, W., Chen, M.J., Liao, Y., Thiyagarajan, M. Et al. (2013). Sleep drives metabolite clearance from the adult brain. Science, 342 (6156), 373-377. Doi: 10.1126/science.1241224.
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