Proprio questa cifra ci porta ad un altro interessantissimo (e in parte controverso) argomento: quello del ritmo circadiano. Stiamo parlando di una sorta di orologio biologico che gli esseri viventi avrebbero, un adattamento alla vita su questo pianeta che, come dicevamo, ha un periodo di rivoluzione di 23h56m4s.
Secondo ricerche effettuate nell’università
di Harvard, la durata media del ritmo circadiano umano è di 24h15m. Nei
soggetti con sindrome da ciclo sonno-veglia alterato la durata è anche più
lunga, quasi mai più corta.

Ebbene, il nostro ritmo circadiano
viene costantemente aggiustato grazie agli stimoli ambientali, in primo luogo
la luce, che con la sua mancanza sollecita la produzione di melatonina, un
ormone prodotto dalla ghiandola pineale che prodotto nelle giuste quantità
agevola il ritmo sonno-veglia.
Ricerche[1]
dimostrano come la luce blu e verde aiutino a mantenerci svegli e vigili,
mentre possono disturbare il processo di addormentamento se vi siamo esposti
nelle ore immediatamente precedenti il sonno. Al contrario, luci di colori
caldi (giallo, arancione, rosso) sono le più indicate nelle ore serali.
Questo
deriva sicuramente da atavici condizionamenti ambientali, con il colore del cielo
e quello della vegetazione a essere i predominanti durante le ore di luce, al
contrario del colore caldo del fuoco, l’unico possibile durante la notte.
Per addormentarsi più facilmente, è quindi meglio evitare l'uso di computer ed altri schermi prima di andare a letto, preferendo una luce calda ad illuminare un buon libro che ci accompagni tra le braccia di Morfeo.
L’importanza della luce è
dimostrata anche dalla ricerca su persone non-vedenti, il cui ritmo era fuori
fase, con effetti collaterali quali insonnia e sonnolenza diurna[2].
Nelle persone con cecità totale, la prevalenza della sindrome da ciclo
sonno-veglia alterato va dal 50 al 75%. Nella popolazione in generale, ha una
prevalenza di 1 persona su 2.000: stiamo parlando quindi di un disturbo raro,
anche se potrebbe essere corretto per difetto in quanto molte persone con
questo disturbo non lo comunicano al proprio medico[3]
Arrivati a parlare di disturbi del sonno, ci salutiamo alla prossima settimana in cui continueremo ad approfondire questo argomento.
[1] http://stm.sciencemag.org/content/2/31/31ra33.abstract;
http://www.health.harvard.edu/newsletters/Harvard_Health_Letter/2012/May/blue-light-has-a-dark-side/
[3] Orphanet (April 2006). "Hypernychthemeral
syndrome". Inserm: Institut national de la santé et de la recherche
médicale. Retrieved 2009-08-08.
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