Quando mangiamo, c’è una differenza tra la quantità di cibo che vediamo,
quella che ricordiamo e quella che
pensiamo di mangiare. La mente, infatti, gioca un ruolo molto importante verso
il senso di sazietà.
È stato già documentato che le persone con patologie della memoria
spesso mangiano in eccesso, in quanto questi problemi interagiscono anche con
la sensazione di fame. I ricercatori dell’Università di Bristol si sono quindi
chiesti come funzionano questi meccanismi nelle persone che non hanno problemi di memoria. Hanno
quindi condotto un esperimento molto interessante che ha coinvolto la
percezione e la memoria. Hanno offerto ad alcuni soggetti una porzione piccola
di zuppa (300 ml), mentre ad altra ne hanno offerto una grande (500 ml). I
soggetti hanno quindi iniziato a mangiare la zuppa ma, senza che se ne
potessero accorgere, la quantità della zuppa cambiava grazie ad un sistema di
pompaggio. La quantità che veniva mangiata, quindi, poteva essere maggiore o
minore di quella dichiarata all’inizio.
È stato chiesto ai soggetti di indicare il proprio livello di sazietà o
fame in due momenti.
Subito dopo il pasto: i soggetti hanno riportato un livello di
sazietà conforme all’effettiva quantità di zuppa consumata.
Dopo alcune ore: i soggetti che pensavano di aver mangiato la
porzione grande dichiaravano di essere sazi, anche se in effetti ne avevano
mangiato una piccola quantità.
Questi risultati aprono a nuovi scenari per quanto riguarda l’alimentazione,
soprattutto in un periodo storico in cui sovrappeso e obesità coinvolgono più
della metà della popolazione, inclusi i bambini. Tempo dopo il pranzo, dunque,
la nostra sensazione di sazietà è più veicolata dal ricordo cognitivo di quello
mangiato che dal ricordo percettivo: in poche iperboliche parole, potremmo
mangiare anche un bue, ma non saremo altrettanto sazi se pensiamo di aver
mangiato solo un hamburger.
Cosa succede quindi quando, durante il pasto, la nostra attenzione non
è sul cibo ma viene distratta da, ad esempio, la televisione? Un esperimento
dell’Università di Toronto ha dimostrato che si tende a mangiare di più. A due
gruppi di bambini è stata offerta pizza calda con la consegna di poterne mangiare
finché si sentissero sazi. Uno dei due gruppi di bambini aveva a disposizione
una televisione con una puntata dei Simpson: questi bambini hanno mangiato il
22% di pizza (circa 228 cal.) in più rispetto ai bambini del gruppo senza
televisione. Ne deriva che guardare la televisione durante i pasti contribuisce
ad aumentare il cibo che si consuma ritardando il momento in cui ci si sente
sazi.
Queste due ricerche danno consigli molto importanti per quello che
facciamo e dobbiamo fare ogni giorno più volte al giorno, ovvero nutrirci. È importante
seguire una dieta sana ed adeguata, ma anche mangiare nel modo migliore, senza eccessive
distrazioni e facendo attenzione a quello che viaggia dal piatto al nostro
stomaco.
Bellissimo, N., Pencharz, P.B., Thoma, S.G., Anderson, G.H. (2007). Effect of television viewing at
mealtime on food intake after a glucose preload in boys. Pediatric Research,
Jun; 61 (6): 745-9.
Brunstrom, J.M., Burn,
J.F., Sell, N.R. (2012). Episodic memory and appetite regulation in humans.
PloS One 7 (12):e507070. doi:10.1371/journal.pone.0050707
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