Dalle ricerche viene fuori che le nostre capacità di multitasking non
sono così sviluppate quanto si potrebbe pensare. Per eseguire un compito, abbiamo
bisogno di quella che nel computer è la RAM e che nel nostro cervello viene
chiamata memoria di lavoro. Questa memoria è piuttosto limitata e non può eseguire
più compiti contemporaneamente: il nostro cervello sceglie infatti di volta in
volta il compito prioritario, mettendo gli altri in seconda posizione, sullo
sfondo, pronti per essere processati a loro volta appena il primo compito verrà
concluso.
Secondo il dr. Jelmer Borst (Università di Pittsburgh) , il principio
sottostante il multitasking è quello del taglia-incolla dei computer: quando un
file attende di esser incollato, nient’altro può essere immagazzinato in memoria.
Solamente due compiti completamente diversi possono essere eseguiti in
contemporanea ( camminare e guardare le vetrine, lavare i piatti e
chiacchierare, ecc.), in quanto il cervello processa automaticamente una di
queste azioni (negli esempi, camminare o lavare i piatti) per i quali ha uno
schema precostituito che utilizza senza occupare la memoria di lavoro. Oppure
perché vengono utilizzate diverse aree del cervello e del corpo: le mani per
lavare i piatti, la bocca e la mente per parlare.
Se telefonando… alla guida.
Dopo questa introduzione sul multitasking, vediamo cosa accade in una
situazione pratica in cui, se commettiamo un errore, la conseguenza non sarà
solo un piatto rotto sul pavimento.
Quante persone vediamo telefonare mentre guidano? Alcune discretamente,
con l’auricolare o con il vivavoce, altre con telefonino in mano, senza pudore.
Altre cercano di trovano una via di mezzo, col cellulare premuto tra l’orecchio
e la spalla, serene e tranquille perché con entrambe le mani sul volante.
Qualunque sia la vostra modalità preferita, sappiate che telefonare mentre si
guida è sempre un’azione pericolosa, anche con auricolare o vivavoce. Vediamo
perché.
Siete in macchina e state uscendo dal parcheggio condominiale: la
situazione è tranquilla e la guida impegna relativamente poco la vostra
attenzione, in quanto non vi sono altre macchine e il percorso è semplice e
conosciuto. Ma nel momento in cui vi inserite nel traffico cittadino, le cose
cambiano: incroci, pedoni, motocicli, automobilisti negligenti così come le
condizioni meteo cominciano a richiedere alla vostra mente continue
elaborazioni per fare la mossa più sicura. All’improvviso arriva una chiamata e
voi rispondete col vivavoce: nella migliore delle ipotesi, farete più attenzione
alla strada e la vostra conversazione sarà semplice, di circostanza. Ma se
vostra moglie dall’altra parte comincia a sciorinarvi tutte le cose che dovete
comprare al supermercato, a che ora andare a prendere vostro figlio, che l’inquilino
del piano di sopra ha fatto cadere nuovamente il vaso di gerani sul vostro
balcone e questa volta occorre trovare una soluzione…
Le conseguenze della perdita di attenzione sulla strada sono
allarmanti: i guidatori al telefono hanno tempi di reazione più lunghi,
fino al 40%. Inoltre frenano in ritardo, più bruscamente e si fermano più
vicini alla macchina che li precede. Chi chiacchiera al telefono mentre è alla
guida ha meno controllo sulla propria auto e fa meno attenzione a quello che
vede attraverso il parabrezza: guarda nella giusta direzione, è vero, ma è meno
consapevole di cose pur importanti come gli spartitraffico.
Chiacchiere con passeggero
Quindi non possiamo parlare neppure con gli altri passeggeri? La
situazione è diversa, molto diversa: la conversazione con un passeggero a bordo
si regola e si adatta a seconda della guida stessa. In altre parole: il
passeggero è coprotagonista della guida, anche la sua attenzione è verso il
traffico e la strada e, se il guidatore è impegnato in un sorpasso o in una
manovra improvvisa, il passeggero fa istintivamente una pausa o commenta quello
che sta accadendo. Nostra moglie al telefono, invece, è inconsapevole della situazione
del traffico e dunque non può adattare la propria conversazione. Se poi si
aggiungono problemi di ricezione o qualità del suono, gli sforzi richiesti al
guidatore sono persino maggiori.
Quanti incidenti sono causati dall’utilizzo del multitasking alla guida
non è facile stimarlo: la distrazione gioca tra il 5 e il 25% dei casi. Ma il
divieto totale di telefonare o di utilizzare altri apparecchi in auto non
risolverebbe la situazione. Dovrebbe essere il guidatore a minimizzare il più
possibile le fonti di distrazione, fermandosi in caso di telefonata o chiedendo
di richiamare in un secondo momento. Se non è possibile fare nessuna delle due
cose, almeno essere sicuri di tenere entrambe le mani libere. Mentre metà della
responsabilità ce l’ha chi è dall’altra parte: se il proprio interlocutore è
alla guida, richiamare più tardi potrebbe evitargli un brutto incidente.
Fonte: Drews FA, Pasupathi M et al. Passenger and cell phoneconversations in simulate driving. Journal of
Experimental Psychology: Applied 2008; 14(4).
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