Nel non molto lontano 1928 una scoperta ad opera di Alexander Fleming
che cambiò la vita del genere umano: la penicillina. Una muffa che inibiva la
crescita dei batteri, osservata in verità per la prima volta nel 1895 dal
medico italiano Vincenzo Tiberio, che aveva notato che la sua famiglia soffriva
di infezioni intestinali ogni volta che il pozzo da cui si attingeva l’acqua
veniva ripulito da alcune muffe che si formavano sulle pareti. Tiberio mandò
avanti alcuni esperimenti per confermare la sua teoria, i cui risultati furono
però freddamente accolti dal mondo accademico (fonte).
Il 18 novembre scorso si è tenuta la Giornata Europea
degli Antibiotici, istituita dall’Unione Europea per sensibilizzare ad un
corretto utilizzo degli antibiotici, ma anche alla resistenza di ceppi di
batteri che, proprio a causa di negligenza, aumentano la loro resistenza,
rendendo i nostri farmaci via via meno efficaci: già oggi si conoscono batteri
di Escherichia Coli o Gonorrea resistenti a tutte le terapie antibiotiche
tranne una. Dopo questa data, l’attenzione sul problema è stata portata questo
mese anche dalla dr.ssa Sally Davies, che in Gran Bretagna è consigliere
nazionale per la salute.
Vediamo qual è il comportamento adeguato nell’uso degli antibiotici:
·
portare a conclusione la terapia: interromperla (anche in caso di remissione dei sintomi)
è controproducente, in quanto non uccide tutti i batteri e rende più forti
quelli rimasti; il risultato è che, in caso di necessità, non avremo farmaci
resistenti e i questi batteri si diffonderanno alla popolazione;
·
limitarne comunque l’uso allo stretto
necessario: gli antibiotici inducono comunque resistenza nei batteri,
conseguenza arginabile con un corretto uso;
·
prenderli solo quando prescritti da un medico:
spesso vengono presi erroneamente quando non sono necessari, come in caso di
infezioni virali (raffreddori, inflenza, ecc.), o per autoprescrizione.
L’eccessivo e scorretto ricorso agli antibiotici ne ha fatto perdere
drasticamente efficacia. Come già scritto, il pericolo annunciato (e quindi non
eventuale) è che non avremo più farmaci efficaci e un’infezione batterica
comune oggi ancora contrastabile (come la polmonite) sarà causa di morte.
Gli antibiotici vengono utilizzati scorrettamente persino negli
ospedali, con prescrizioni e somministrazioni improprie, non necessarie o
sbagliate. Questo causa un’ospedalizzazione più lunga, un peggioramento delle
condizioni mediche del paziente e, ovviamente, una diffusione di batteri
resistenti in un ambiente critico (fonte).
Su Eco-Sphera abbiamo già parlato degli antibiotici nel post dedicato agli allevamenti intensivi. In quel post abbiamo riportato quanto affermato dall’Istituto Zooprofilattico Sperimentale delle Venezie, che è il referente nazionale per il controllo delle resistenze antibiotiche degli allevamenti industriali. Secondo l’IZSVe, le modalità di allevamento intensivo comportano un aumentata possibilità di contrarre e diffondere una malattia, a causa dell’altissima densità degli animali: è come se volessimo raddoppiare i bambini in un’aula e farceli stare tutto il giorno tutti i giorni. Per prevenire la diffusione delle malattie, si usa un’elevata quantità di antibiotici, pratica che si è vantaggiosa anche perché fa sviluppare e crescere gli animali più velocemente. Insomma, una benedizione per gli allevatori. Queste pratiche, vietate in Europa, sono tuttavia mandate avanti nel nostro Paese e senza un serio controllo. Anzi: neppure l’Istituto Superiore di Sanità è a conoscenza del dosaggio di antibiotici negli allevamenti, un fatto che apre la strada a sovradosaggi e abusi.
Ma c’è un terzo responsabile per questo problema, un agente che
dovrebbe provvedere in prima persona a fornire strumenti sempre più efficaci: l’industria
farmaceutica. I suoi laboratori, infatti, si concentrano soprattutto sulle malattie
croniche: i farmaci venduti per questo tipo di malattie forniscono un profitto
molto elevato, in quanto vanno assunti per tutta la vita.
Leggi gli altri articoli sulla dieta vegetariana!
Leggi gli altri articoli sulla dieta vegetariana!
Nessun commento:
Posta un commento