Oggi vi
parlerò di un’iniziativa talmente figa
(e scusate il termine tecnico) che vi rallegrerà la giornata! Ma facciamo una
breve introduzione all’argomento.
Quest’anno l’Unione Europea
ha voluto dedicarlo alla lotta contro l’enorme
spreco di cibo che affligge il nostro continente. Siamo un po’ bambini
viziati: ogni europeo butta nella spazzatura (o lascia nel piatto al ristorante)
179 kg di alimenti all’anno. E l’assurdità è tanto più evidente se, come
calcolato dalla FAO,
vediamo che gli italiano potrebbero sfamare l’intera Spagna con il cibo che
buttano…
Buttare via il pane era considerato un
peccato e le nostre nonne non lo avrebbero mai permesso. La pensiamo ancora
così? Ne dubito. Ma non ci si può fermare a pensare solo allo spreco del cibo,
occorre essere meno miopi: per
produrre quel cibo sono state impiegate risorse naturali, come acqua, energia e
ricchezza del suolo, che seguono lo stesso destino del cibo: nell’immondizia.
Secondo i
dati elaborati da Last Minute Market,
a livello domestico in Italia si sprecano mediamente il 17% dei prodotti
ortofrutticoli acquistati, il 15% di pesce, il 28% di pasta e pane, il 29% di
uova, il 30% di carne e il 32% di latticini.
E quanto ci
costa in moneta sonante il lusso di buttar via gli alimenti? € 1.693 l'anno per famiglia. Quante vacanze
ci saremmo potuti fare con questi soldi…
Eh, ma c’ha
pensato la crisi a “toglierci il
prosciutto dagli occhi” (e dalla bocca), come si dice a Roma: il 57% degli
italiani ha ridotto lo spreco di alimenti. Queste sono le strategie adottate: fare
la spesa con cervello (47%), ridurre le quantità acquistate (31%), utilizzare
gli avanzi (24%), fare attenzione alla data di scadenza (18%). Alcuni lo fanno
già, ma si sa: il mestiere di massaia non richiede lauree ma è uno dei più
complicati.
Allora ci
vengono incontro delle persone che hanno aguzzato l’ingegno, quelli di Intermarchè, una linea di
supermercati francese.
Nell’epoca
di Photoshop che ci fa tutti più magri e più belli, della chirurgia estetica
che ci fa le labbra tutte uguali, di Instagram che rende le foto perfette e di
Facebook che ci obbliga a far vedere quanto straordinaria e felice sia la
nostra vita, c’è la frutta brutta.
Avete capito bene. La frutta brutta, come anche la verdura brutta.
Signore e
signori, ecco a voi:
La patata
ridicola
Il limone
fallito
L'arancia orrenda
La melanzana
sfigurata
La patata ridicola
La carota
brutta
La mela
grottesca!
Qual è il
punto: quando andiamo a far la spesa, se vediamo un frutto del genere lo
scartiamo; è successo tante di quelle volte che alla fine la selezione viene
fatta prima ancora che la frutta e la verdura arrivino ai banchi del
supermercato o mercato. Ma questi prodotti sono buoni. Ok, sono brutti, ma
buoni. Quelli di Intermarché hanno offerto zuppe e frullati fatti direttamente
nel negozio e i clienti hanno decretato la loro soddisfazione. Comprando questi
prodotti ortofrutticoli poco attraenti che vengono offerti con il 30% di sconto.
A me sembra
veramente un’idea grandiosa.
Guardate
il video e divertitevi. E date una chance anche ai brutti, su! :P
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