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11.5.14

Neonato riportato in vita dai genitori


Loved back to life.
Non c'è un modo semplice per tradurre questa frase in inglese. Potremmo dire "riportato in vita con l'amore". E' il titolo di una canzone di Celine Dion, ma non voglio parlare di questo.

Vorrei raccontarvi la storia di Kate e David e dei loro gemelli Jamie ed Emily .
Jamie, dopo un parto difficile, nasce morto. La mamma e il papà, rassegnati al dolore, chiedono al medico di poter stringere il loro sfortunato piccolo per un po', per approfittare di quegli ultimi, preziosi istanti.
Il calore del corpo, il battito cardiaco della madre, le attenzioni, la cura, l'amore hanno iniziato a risvegliare la vita in quel corpicino senza speranza. I dottori hanno parlato di riflessi, di movimenti automatici del corpo che non significavano nulla. Ma i genitori non si danno per vinti, sentono che il loro Jamie è lì con loro. Per due ore lo cullano, i loro corpi a contatto senza vestiti, sussurrandogli parole d'amore, rassicurandolo che la sorellina Emily sta bene. Il piccolo comincia ad ansimare, a prendere boccate di ossigeno sempre più regolarmente, a muovere le braccia con più vigore.
Finché non accade l'inspiegabile: Jamie apre gli occhi. I dottori guardano la scena increduli, mentre il bimbo si muove e comincia a succhiare il dito della madre.

"Kate ha fatto quello che l'istinto le ha suggerito", dice David, "Per fortuna ho una moglie forte ed intelligente. Se non avesse fatto quello che ha fatto, Jamie non sarebbe con noi oggi".
Hanno sin dall'inizio cominciato ad essere genitori, a proteggere la loro creatura, ad aiutarla a vivere.
Il video che potete vedere qui, fatto dall'ostetrica, è una testimonianza incredibile di quello che è accaduto. Quasi un miracolo.


Quello che Kate e David hanno fatto è chiamato Kangaroo Care. Si tratta di una tecnica per i bambini nati pretermine: uno dei genitori tiene il neonato a contatto col proprio corpo, per diverse ore al giorno, a seconda delle necessità mediche. Un po' come se il bimbo fosse in un marsupio, il corpo dell'adulto fa le vedi dell'incubatrice e provvede a calore e vicinanza sia fisiche che psicologiche, per accompagnare in maniera più graduale il bimbo in questo mondo dopo mesi di contatto diretto con la madre. Sentirà di nuovo il battito cardiaco, la voce, il respiro del genitore, che aiuteranno a normalizzare la propria temperatura e frequenza respiratoria. Secondi gli studi, numerosi altri sono i vantaggi per il bambino: migliore sviluppo cognitivo e motorio, minori livelli di stress, normalizzazione del ciclo sonno-veglia; inoltre l'allattamento è facilitato e più frequente.

C'è un altro aspetto molto importante. Questa tecnica può essere eseguita anche dal papà. Alternandosi con la mamma, oppure organizzando gli orari nel caso in cui il parto sia stato difficile anche per lei, il papà passa del tempo col proprio figlio, pelle a pelle, inizando a costruire il legame che li accompagnerà tutta la vita.
Nato per i bimbi nati prematuri, il Kangaroo Care può essere seguito anche dai bambini nati a termine e senza particolari necessità, grazie ai numerosi benefici per tutta la nuova famiglia.

Siamo animali sociali. Siamo animali empatici. Abbiamo bisogno del contatto con gli altri, abbiamo paura di isolamento ed emarginazione.

Emblematico l'esempio degli orfanotrofi di inizio Novecento. Il contatto fisico tra bambini, e tra personale e bambini era vietato: non solo era potenziale veicolo di infezioni, ma, secondo le credenze dell'epoca, avrebbe ritardato lo sviluppo del bambino e la sua indipendenza. Seppure i bambini erano ben nutriti  e fisicamente sani, la mortalità era alta, più che tra i bambini cresciuti nelle famiglie; i piccoli sviluppavano patologie depressivi e comportamenti stereotipati riscontrabili nei casi di isolamento.
Freud affermava, proprio all'inizio del secolo scorso, che il neonato ha un solo scopo: soddisfare il proprio piacere, grazie alle interazioni con i caregiver. Solo in seguito, fra i 18 e i 24 mesi, il bambino imopara a contenere questo bisogno di soddisfazione: i genitori gli insegnano che vi sono degli orari per mangiare, altri per dormire, dei luoghi per espletare i propri bisogni.
Secondo molti psicologi (Fairbairn, Suttie, Winnicott, Bowlby, Ainsworth tra gli altri) degli anni Trenta e Quaranta, invece, questo cosiddetto "principio di realtà" è qualcosa che il bambino possiede già dalla nascita e lo porta a cercare compagnia, affetto, intimità, senso di appartenenza, vicinanza. Fu proprio in quel periodo che le politiche negli orfanotrofi cambiarono. Le infermiere furono incoraggiate ad accarezzare i bambini, a cullarli, consolarli. I bambini divennero, quasi immediatamente, più vivaci, affettuosi, vitali.

Pensiamo agli esperimenti mandati avanti da Harry Harlow nel 1958 con i cuccioli di scimmia.
Per la sua ricerca, Harlow realizzò due sorrogati di madre molto diversi fra loro: uno fatto di filo di ferro, l'altro rivestito di pelliccia e con le sembianze di un viso.
Entrambi erano riscaldati da una lampada posta dietro di loro.
Ebbene, i cuccioli passavano molto più tempo con la madre morbida, anche se un biberon con del latte era presente solo sul surrogato di ferro. Le scimmie arrivavano persino a morire di fame per non abbandonare la madre di pelliccia. "La funzione primaria dell'accudimento come variabile affettiva è quella di garantire contatti corporei frequenti ed intimi dell'infante con la madre.", scrive Harlow. "Certamente, l'uomo non vive di solo latte." (Harlow, H.F. (1958). The Nature of Love. American Psychologist, 13, 12, p. 676.)


Ed ora, anche se non sono un grande fan di Celine Dion, eccovi il video della canzone di cui ho parlato all'inizio del post. Una canzone potente, come la voce di questa brava cantante. Il video è uno scorrere di immagini simbolo di vita, mentre le parole si rincorrono luminose. Alla fine, "back to life" lampeggia sullo schermo, come il battito del cuore. Quel cuore di mamma e papà che ha riportato Jamie in vita.


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