Coppie di tutto il mondo non avete più scuse: per andare d’accordo
basta godersi un bel film e chiacchierare con il vostro partner.
Il tramonto della terapia di coppia è il grande schermo?
Sembrerebbe così indicare una bella ricerca dell’Università di Rochester.
I
ricercatori hanno preso 174 coppie sposate per un intervento di 15 ore e le
hanno divise in tre gruppi. Il primo gruppo ha seguito un training sulla gestione
del conflitto (prep). Il secondo
gruppo ha seguito il cosiddetto care,
un training di accettazione, supporto ed empatia. Queste coppie sono state
confrontate tra loro e con coppie che hanno seguito un solo incontro di “consapevolezza
relazionale” (ra) senza training,
e anche con coppie che non hanno ricevuto alcuna preparazione. (Alla fine del
post, maggiori informazioni sui tre programmi).
Nell’ottica della prevenzione, sia il prep che il care sono offerti per insegnare e migliorare abilità e risorse
dei partner e incrementare così la salute della coppia. D’altro canto, un
prospettiva diametralmente opposta suggerisce che i partner posseggano già
queste abilità e che sarebbe meglio promuovere la consapevolezza della propria
coppia attraverso un costante monitoraggio della relazione. Si ipotizza
infatti, che i partner che sono più consapevoli della loro relazione e che si
identificano più intensamente con essa farebbero più sforzi, e sforzi più
efficaci, per mantenerla. La ra
non necessita, quindi, di interventi lunghi e costosi, bensì quotidiani e di
basso impatto.
Così i ricercatori hanno chiesto alle coppie ra di guardare ogni settimana un film che parlava, appunto, di relazioni romantiche; dopo di che i partner avrebbero passato circa un’ora a chiacchierare dei temi del film e di questi argomenti riguardo la loro relazione.
Così i ricercatori hanno chiesto alle coppie ra di guardare ogni settimana un film che parlava, appunto, di relazioni romantiche; dopo di che i partner avrebbero passato circa un’ora a chiacchierare dei temi del film e di questi argomenti riguardo la loro relazione.
I risultati della ricerca sono stati molto interessanti, in
quanto tre anni dopo la situazione delle coppie era molto diversa. Le coppie
del gruppo di controllo hanno presentato una più alta percentuale di
separazione (24%), mentre le coppie dei tre gruppi di intervento hanno
evidenziato la stessa, e notevolmente più bassa percentuale (11%). Ma c’è stato
anche un risultato inaspettato: i due programmi di training hanno, al contrario
delle aspettative, mostrato persino alcune conseguenze negative a lungo
termine, a seconda del programma e del genere del partner. Sembra infatti che,
come effetto indesiderato, i programmi abbiano inavvertitamente sensibilizzato
i partner ad un deficit di risorse nella loro coppia.
Quale è la conclusione di questo studio?
Come Philip Sutton
Chard afferma, lo psicoterapeuta non è un bagnino che corre a salvare, è più un
istruttore di nuoto che ricorda ai bagnanti di sbattere le braccia al momento
giusto. E, in questo caso, il costo del corso potrebbe essere notevolmente
ridotto. Le coppie, le persone, posseggono già le risorse necessarie ad una
buona relazione. È dunque importante ricordare loro di usarle, correttamente e
regolarmente.
Prevention and Relationship Enhancement Program (prep): si tratta di un programma educativo che mira
al rafforzamento della coppia tramite l’insegnamento di abilità comunicative. Gli
argomenti del programma sono, tra gli altri, problem-solving, time out,
impegno, sensualità, perdono. Una parte molto importante di questo programma è
la tecnica speaker-listener, il cui fine è il rallentamento della comunicazione
per garantire che l’opinione e il punto di vista di un partner siano
accuratamente esposti e compresi prima di passare a quelli del secondo.
Compassionate and Accepting Relationship through Empathy (care): questo programma è basato sull’Integrative
Behavioural Couples Therapy (IBCT; Jacobson / Christensen, 1996) ed è stato
realizzato appositamente per questa ricerca; mira a rinforzare la relazione
tramite l’insengamento di tecniche di empatia, supporto, compassione,
accettazione. Le coppie sono state incoraggiate ad usare un linguaggio
appropriato che espliciti comprensione dell’altro, facendo affermazioni con
parole accurate e non aggressive.
Rogge, R.D, Cobb, R.J., Lawrence, E., Johnson, M.D.,
Bradbury, T.N. (2013). Is skills
training necessary for the primary prevention of marital distress and
dissolution? A 3-year experimental study of three interventions. Journal of Consulting and Clinical
Psychology, 81 (6), 949-961.
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