Chi suona uno strumento utilizza il suo cervello in maniera
più efficiente, pensa in modo più creativo e ha in media un quoziente
intellettivo più alto del resto della popolazione. Questo emerge da una ricerca
condotta nella Venderbilt University di Nashville.
Diversi esperimenti e ricerche evidenziano questa differenza
tra persone con educazione musicale professionale e persone che non suonano
alcuno strumento. «I musicisti non solo sono più pieni di risorse, ma elaborano
le informazioni in una maniera qualitativamente migliore», afferma il caporicercatore
Bradley Folley. «Abbiamo notato molta più attività in entrambi gli emisferi del cervello». Secondo
gli specialisti coinvolti nella ricerca, il cervello dei musicisti lavora in maniera
più efficiente in quanto durante l’uso di uno strumento diverse parti del
cervello vengono utilizzate e, quindi, allenate.
Nella ricerca riportata, i musicisti mostravano di saper
utilizzare oggetti di uso comune in maniera più originale rispetto al resto dei
soggetti e riuscivano meglio in test di associazione di parole.
«Concertisti e suonatori devono spesso integrare due diverse
melodie con entrambe le mani», continua Folley. «Sono bravi nella lettura dei
simboli musicali, cosa che accade nell’emisfero sinistro, ma nello
stesso momento danno anche la loro interpretazione alla musica. Quest’ultimo
è compito dell’emisfero destro». Questa integrazione
di attività svolte separatamente dai due emisferi cerebrali sarebbe quindi il
risultato dell’apprendimento musicale.
Quest’efficienza di pensiero dei musicisti ha, secondo i
ricercatori, molta influenza sulle loro prestazioni intellettuali. Gli artisti,
in genere, fanno un grosso uso del cosiddetto “pensiero divergente”, ovvero
della creatività, del modo inconsueto di pensare e trovare soluzioni.
Che dire: nella "battaglia evolutiva" all'interno della nostra specie, gli artisti riusciranno sicuramente a primeggiare. Un motivo in più per imparare a suonare il proprio strumento preferito.
Fonte: Vanderbilt
University. "Musicians Use Both Sides Of Their Brains More Frequently Than
Average People." ScienceDaily. ScienceDaily, 3 October 2008.
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